Le funzioni del bioma “barriera corallina” sono molteplici. Le barriere, infatti, sono un luogo ideale per la nascita e per la crescita degli avannotti (cioè i giovani pesci prima del periodo adulto), che costituiranno le popolazioni di pesci adulti pescate negli oceani di tutto il mondo. Il 20-25% del pesce pescato dai Paesi in via di sviluppo (circa 10 milioni di tonnellate l’anno) vive sulle barriere coralline. Le popolazioni del Pacifico traggono il 90% del loro fabbisogno proteico dalla pesca sulla barriera. In Asia, la vita di un miliardo di persone dipende dal pesce che abita il reef. Si è calcolato che, con una corretta gestione, un solo chilometro quadrato di barriera potrebbe fornire circa 15 tonnellate l’anno di pesce e altro cibo. Anche in campi come la medicina, i coralli potrebbero essere utili. I primi studi sui coralli, infatti, dimostrano che metà dei nuovi farmaci antitumorali potrebbero provenire da questi organismi marini. Un’altra importante funzione dei coralli è quella di protezione delle coste. La struttura della barriera corallina, infatti, attenua la violenza delle onde e degli uragani tropicali. Senza questa protezione le coste sarebbero danneggiate e anche gli allevamenti di pesce e gamberetti, che si stanno diffondendo nei Paesi tropicali, sarebbero distrutti. La vera ricchezza della barriera corallina è però la biodiversità. Fino ad oggi sono state classificate circa 4000 specie di pesci e 800 di coralli, e si calcola che da 1 a 9 milioni di specie tra vertebrati e invertebrati vivono o sfruttano in qualche modo la barriera. Oggi non è ancora possibile stimare economicamente il valore naturalistico di questo ecosistema, ma i ricercatori sono sicuri che la perdita di specie, che per la barriera è stata calcolata in un milione di specie nei prossimi 40 anni, avrà ripercussioni sulla stabilità degli ecosistemi e di conseguenza sulla vita degli uomini.
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