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Il deserto del Gobi, all’estremità sud occidentale della Mongolia, oggi è una delle zone più inospitali del pianeta, ma da 130 a 65 milioni di anni fa era una regione ricca di vita, di grandi laghi e di fiumi. È qui che, a partire dai primi anni del secolo scorso, i paleontologi hanno scoperto ricchissimi giacimenti di fossili del periodo Cretaceo, quando i dinosauri raggiunsero l’apice della loro evoluzione prima di estinguersi. Per capire quanto siano importanti le scoperte di questa zona, basta dire che dei sette gruppi sistematici in cui sono stati classificati i dinosauri, ben cinque sono rappresentati fra i fossili del Gobi, e fra loro quasi tutte le specie carnivore. Non è solo la varietà delle specie ritrovate a rendere unico il deserto del Gobi, quanto soprattutto i preziosissimi fossili, che mostrano ogni fase della vita dei dinosauri: le uova non ancora dischiuse, i resti dei piccoli appena usciti dalle uova e persino, in un unico caso, un predatore e la sua preda conservati insieme.
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Molto importante è la produzione di miele: fra i mieli pregiati si annovera quello del corbezzolo. La macchia mediterranea è, inoltre, una grande riserva di piante aromatiche per uso culinario.
Il rosmarino Un esempio è il rosmarino (Rosmarinus officinalis), un arbusto aromatico alto da pochi centimetri a 1,50 metri, con piccole foglie verdi e lineari. Si trova di frequente nella macchia vicino al mare. Tutta la pianta secerne un olio dal gradevole odore resinoso e, in Francia, viene usato in profumeria per la preparazione dell’acqua di Colonia. I rametti macerati in alcool possono essere usati contro i dolori articolari e muscolari. Il rosmarino viene comunemente utilizzato come aromatizzante in cucina per la preparazione di arrosti, carne insaccata, riso e dolci tradizionali. Il mirto Le foglie del mirto (Myrtus communis) sono state utilizzate fin dal tempo dei Romani per aromatizzare le carni; a questo proposito è curioso ricordare che dal nome volgare con il quale spesso è conosciuta questa pianta, Mortella, deriva il nome della mortadella, proprio perché essa veniva aromatizzata con le sue foglie. Quando vengono schiacciate, o frantumate, le foglie di questo arbusto emettono una gradevole fragranza che rievoca il profumo dell’arancio ed è dovuta alla presenza del mirtenolo, un olio dotato di proprietà balsamiche. Ancora adesso dalle foglie di mirto si ricava un’essenza che viene utilizzata non solamente in profumeria, ma anche in medicina, per le sue proprietà balsamiche e disinfettanti. Le bacche, di colore nero-bluastro, maturano sulla pianta verso la fine dell’estate, e in Italia sono utilizzate per ricavarne un ottimo liquore. Gli antichi preparavano con i frutti una sorta di vino ed un olio che adoperavano in medicina come astringente. L’acqua di mirto distillata serve come cosmetico con il nome di acqua d’angelo o acqua angelica. Il pino Il pino (Pinus pinea) viene coltivato soprattutto per i pinoli e per il legno: i pinoli sono usati in pasticceria e per preparare piatti tipici. La resina prodotta dai pinoli è utilizzata per la produzione di catrame e pece, mentre il legname è usato per travature e costruzioni navali. L’albero è impiegato anche per la pasta di cellulosa. FONTE
Il carrubo (Ceratonia siliqua) è uno degli alberi tipici della macchia. Il carrubo può essere utilizzato per controllare l’erosione, conservare il suolo e recuperare terreni, fornendo allo stesso tempo foraggio con la produzione delle carrube. Queste sono sempre state utilizzate in molti modi: come foraggio per gli animali (in particolar modo per i cavalli), per produrre, facendole fermentare, delle bevande alcoliche, od anche nell’industria alimentare per ricavarne degli addensanti (la farina di carrube). Le carrube possono anche essere mangiate così come si raccolgono; in alcuni casi sono state tostate ed utilizzate come surrogato del caffè. Una particolarità della pianta è che i suoi semi sono durissimi e, soprattutto, tutti uguali per forma ed in particolare per peso. I popoli del bacino orientale del Mediterraneo conoscevano questa caratteristica dei semi e quindi li usavano come unità di peso per oro e pietre preziose; in pratica su di un piatto della bilancia ponevano l’oro o le pietre preziose e sull’altro i semi del keration (così lo chiamavano i Greci). Ecco perché ancora oggi è rimasta la consuetudine di indicare il peso di oro, diamanti o altre pietre preziose in carati e non in grammi. Il legno, a causa del lento accrescimento delle piante, viene utilizzato principalmente come legna da ardere e per lavori artigianali. Un prodotto legnoso particolare è il ciocco d’erica, con cui vengono fabbricate le pipe.
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March 2020
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