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Le origini del deserto del Sahara, il più vasto deserto caldo e il più esteso in assoluto, risalgono a circa 600 milioni di anni fa. Il mare sommerse ripetutamente questa regione, depositando i suoi sedimenti; ad ogni riemersione si alternarono foreste, savane e addirittura paludi. Durante questa fase, nella zona crescevano alberi come la quercia, il cipresso, l’ulivo e il pino d’Aleppo. Circa 50-55 milioni di anni fa, le terre emersero definitivamente e incominciò la fase di inaridimento del territorio; a testimonianza di ciò rimangono ancora oggi molte tracce: conchiglie, tronchi ora trasformati in pietra dopo un lento processo di silicizzazione, pitture rupestri e graffiti raffiguranti la tipica fauna della savana. FONTE
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L’aspetto della Terra prima dell’ultima glaciazione era sicuramente molto diverso da quello attuale. Un tempo, le zone dove ora ci sono deserti e savane erano occupate da foreste, mentre alle medie e alte latitudini si trovava una distesa di ghiacci. In seguito all’inaridimento del clima, vi fu una progressiva diminuzione delle foreste e comparve così la savana. In particolare, nelle foreste dell’Africa, circa 7 o 8 milioni di anni fa si sono verificati eventi geologici, oggi spiegabili con la tettonica a placche, tali da determinare la comparsa delle savane sulla Terra. Prima di tutto si formò la fossa tettonica che in seguito determinò il distacco del Corno d’Africa (Eritrea, Etiopia, Uganda, ecc.) dal continente stesso. Questa zona, che si può riconoscere seguendo da nord a sud la linea dei Grandi Laghi, fu a lungo tormentata da un’intensa attività vulcanica, che determinò importanti cambiamenti climatici: i venti provenienti da ovest e carichi di pioggia non giunsero più nell’entroterra e di conseguenza, la zona si inaridì. Scomparve così la foresta, sostituita dalla savana, un ambiente nuovo non adatto a scimmie arboricole. Le grandi scimmie continuarono ad evolversi seguendo il ritirarsi delle foreste. Oltre a questi eventi geologici, la comparsa della savana è dovuta, in tempi più recenti, all’azione dell’uomo attraverso il taglio degli alberi per il legname, l’imposizione del pascolo e gli incendi. Infatti, l’intervento umano ha ampliato quella che era l’area naturale di questo bioma. FONTE Sembra che la tundra, così come si presenta attualmente, sia apparsa sulla Terra solo due milioni di anni fa, prima della successione delle ere glaciali e in seguito a un generale e prolungato raffreddamento del pianeta. Le specie di animali e di piante tipiche di questo bioma derivano probabilmente da zone di alta montagna. Questi organismi hanno trovato nella tundra un ambiente favorevole perché simile a quello d’origine. A partire dalle aree montuose, le piante e gli animali capaci di sopravvivere in climi freddi e aridi hanno colonizzato il nuovo ambiente desertico e gelato adattandosi perfettamente. Ogni volta che la Terra andava incontro a un raffreddamento generale, la tundra si espandeva fino a interessare terre a latitudini inferiori, per poi ritirarsi durante i più caldi periodi interglaciali. FONTE Tra la foresta di latifoglie e la tundra si trova la taiga, o foresta di conifere, che si estende dall’Europa settentrionale alla Siberia e al Canada, occupando quindi tutta la parte settentrionale del globo. Taiga è un termine russo che significa “foresta di conifere”. Questa area è caratterizzata da un clima piuttosto rigido di inverno (anche -30°C) e fresco in estate (si possono raggiungere al massimo i 20C°). Nella taiga siberiana sono frequenti temperature di -60°C. L’escursione termica annua è piuttosto rilevante. FONTE |
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March 2020
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