Nonostante l’inospitalità del deserto, esistono etnie che vivono in questi luoghi; sono gruppi di persone costrette a spostarsi continuamente in carovane alla ricerca di luoghi dove trovare acqua e cibo, sfidando quelli che sono i maggiori rischi: tempeste di sabbia, pozzi insabbiati o perdita della direzione per mancanza di punti di riferimento. Alcuni di questi popoli sono i Berberi del nord Africa, che comprendono tra gli altri anche Kabili e Tuareg; i Beduini dei deserti arabi, i Beja in Namibia, i San del Kalahari e gli aborigeni australiani.
I Tuareg
Emblema della vita umana nel deserto sono i Tuareg che, da secoli, vivono percorrendo con i loro dromedari le piste del Sahara. Detti anche “uomini blu” per il caratteristico velo che indossano per ripararsi dalla sabbia e dal caldo, questo popolo vive in accampamenti di tende costituite da decine di pelli di capra dipinte di ocra rosso, cucite sapientemente dalle donne per custodire tutti gli oggetti e gli utensili della vita quotidiana. I Tuareg vivono principalmente di prodotti ricavati dai loro animali. La loro alimentazione è costituita da latte cagliato, burro fermentato, datteri e cereali (in particolare il miglio) dai quali ottengono la farina. La carne si mangia raramente, ma quando arriva l’ospite, che va assolutamente onorato, si uccide la capra secondo la tradizione mussulmana. L’acqua viene trasportata in otri ricavate da zucche svuotate e seccate al sole, la cui superficie decorata permette di identificare il gruppo che le ha prodotte. In origine i Tuareg erano un popolo nomade, ma successivamente i vari conflitti e la colonizzazione francese hanno spinto molti di essi a svolgere una vita sedentaria, e i pochi che restano nomadi vivono dei prodotti dei loro animali e di altri cibi ottenuti commerciando e allevando dromedari e cavalli. Realizzano prodotti artigianali in argento cesellato, conciano pelli, fabbricano stuoie e realizzano tappeti e tessuti con lana di dromedario. L’agricoltura, così come l’artigianato di alto livello, è praticata da caste inferiori che sono sedentarie nelle oasi. Oggi, alcuni Tuareg hanno trovato un impiego nel terziario e si occupano di turismo: da ottimi conoscitori del deserto, fanno da guida ai turisti durante le escursioni.
I Beja
Se i Tuareg possono essere considerati “incontrastati padroni del Sahara”, i Beja sono da sempre gli abitanti delle vaste distese del deserto nubiano. La maggioranza della popolazione Beja (circa 1,5 milioni) vive nel Nord-Est del Sudan. Sono chiamati i “Fuzzy-Wuzzies” a causa dei loro capelli crespi. Per oltre 4000 anni i Beja hanno percorso questo caldo paese e le colline desolate del Mar Rosso alla ricerca di pascoli per i loro cammelli, bovini, pecore e capre. Erano temuti per le rapide scorrerie che effettuavano contro le ricche città lungo il Nilo. Dopo il saccheggio si rifugiavano nel deserto di cui conoscevano tutti i meandri e i pozzi dove poter trovare acqua, anche i più nascosti. Sono un popolo valoroso e tenace tanto che, non solo ha saputo resistere alla pressioni di Egiziani, Greci e Romani, ma, nel XIX secolo, ha persino vinto una battaglia contro l’esercito britannico, molto meglio equipaggiato e preparato militarmente. Da sempre le loro uniche armi sono: la spada, ornata d’argento, il coltello ricurvo, lo scudo rotondo di pelle d’elefante e un’arma antichissima, il “bastone da getto”, già utilizzato nell’Egitto faraonico per la caccia.
FONTE
I Tuareg
Emblema della vita umana nel deserto sono i Tuareg che, da secoli, vivono percorrendo con i loro dromedari le piste del Sahara. Detti anche “uomini blu” per il caratteristico velo che indossano per ripararsi dalla sabbia e dal caldo, questo popolo vive in accampamenti di tende costituite da decine di pelli di capra dipinte di ocra rosso, cucite sapientemente dalle donne per custodire tutti gli oggetti e gli utensili della vita quotidiana. I Tuareg vivono principalmente di prodotti ricavati dai loro animali. La loro alimentazione è costituita da latte cagliato, burro fermentato, datteri e cereali (in particolare il miglio) dai quali ottengono la farina. La carne si mangia raramente, ma quando arriva l’ospite, che va assolutamente onorato, si uccide la capra secondo la tradizione mussulmana. L’acqua viene trasportata in otri ricavate da zucche svuotate e seccate al sole, la cui superficie decorata permette di identificare il gruppo che le ha prodotte. In origine i Tuareg erano un popolo nomade, ma successivamente i vari conflitti e la colonizzazione francese hanno spinto molti di essi a svolgere una vita sedentaria, e i pochi che restano nomadi vivono dei prodotti dei loro animali e di altri cibi ottenuti commerciando e allevando dromedari e cavalli. Realizzano prodotti artigianali in argento cesellato, conciano pelli, fabbricano stuoie e realizzano tappeti e tessuti con lana di dromedario. L’agricoltura, così come l’artigianato di alto livello, è praticata da caste inferiori che sono sedentarie nelle oasi. Oggi, alcuni Tuareg hanno trovato un impiego nel terziario e si occupano di turismo: da ottimi conoscitori del deserto, fanno da guida ai turisti durante le escursioni.
I Beja
Se i Tuareg possono essere considerati “incontrastati padroni del Sahara”, i Beja sono da sempre gli abitanti delle vaste distese del deserto nubiano. La maggioranza della popolazione Beja (circa 1,5 milioni) vive nel Nord-Est del Sudan. Sono chiamati i “Fuzzy-Wuzzies” a causa dei loro capelli crespi. Per oltre 4000 anni i Beja hanno percorso questo caldo paese e le colline desolate del Mar Rosso alla ricerca di pascoli per i loro cammelli, bovini, pecore e capre. Erano temuti per le rapide scorrerie che effettuavano contro le ricche città lungo il Nilo. Dopo il saccheggio si rifugiavano nel deserto di cui conoscevano tutti i meandri e i pozzi dove poter trovare acqua, anche i più nascosti. Sono un popolo valoroso e tenace tanto che, non solo ha saputo resistere alla pressioni di Egiziani, Greci e Romani, ma, nel XIX secolo, ha persino vinto una battaglia contro l’esercito britannico, molto meglio equipaggiato e preparato militarmente. Da sempre le loro uniche armi sono: la spada, ornata d’argento, il coltello ricurvo, lo scudo rotondo di pelle d’elefante e un’arma antichissima, il “bastone da getto”, già utilizzato nell’Egitto faraonico per la caccia.
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