L’aspetto della Terra prima dell’ultima glaciazione era sicuramente molto diverso da quello attuale. Un tempo, le zone dove ora ci sono deserti e savane erano occupate da foreste, mentre alle medie e alte latitudini si trovava una distesa di ghiacci. In seguito all’inaridimento del clima, vi fu una progressiva diminuzione delle foreste e comparve così la savana. In particolare, nelle foreste dell’Africa, circa 7 o 8 milioni di anni fa si sono verificati eventi geologici, oggi spiegabili con la tettonica a placche, tali da determinare la comparsa delle savane e dell’uomo sulla Terra. Prima di tutto si formò la fossa tettonica che in seguito determinò il distacco del Corno d’Africa (Eritrea, Etiopia, Uganda, ecc.) dal continente stesso. Questa zona, che si può riconoscere seguendo da nord a sud la linea dei Grandi Laghi, fu a lungo tormentata da un’intensa attività vulcanica, che determinò importanti cambiamenti climatici: i venti provenienti da ovest e carichi di pioggia non giunsero più nell’entroterra e di conseguenza, la zona si inaridì. Scomparve così la foresta, sostituita dalla savana, un ambiente nuovo non adatto a scimmie arboricole, che favorì perciò le specie capaci di usare sempre meglio gli arti posteriori, avviandosi gradualmente verso l’andatura bipede. Al contrario, le grandi scimmie continuarono ad evolversi seguendo il ritirarsi delle foreste. Nelle zone erbose, la posizione eretta permetteva di esplorare meglio l’ambiente, di individuare più facilmente il cibo, di localizzare rapidamente i pericoli. Stimolate dal nuovo stile di vita, cominciarono così a comparire forme meglio adattate alla vita in ambiente aperto: é l’origine della linea evolutiva degli ominidi. Oltre a questi eventi geologici, la comparsa della savana è dovuta, in tempi più recenti, all’azione dell’uomo attraverso il taglio degli alberi per il legname, l’imposizione del pascolo e gli incendi. Infatti, l’intervento umano ha ampliato quella che era l’area naturale di questo bioma.
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