Lo sfruttamento dei boschi naturali non basta a rispondere completamente alle esigenze del mercato, così si è passati gradualmente all’arboricoltura da legno. Il pioppo si presta perfettamente a questi scopi poiché raggiunge in un brevissimo numero di anni (10 – 12), grandi dimensioni che permettono di utilizzare in vari modi la pianta (compensato, pannelli di particelle, pasta di cellulosa, stuzzicadenti, fiammiferi, ecc.). Dall’utilizzo iniziale di specie spontanee, si è gradualmente preferito utilizzare ibridi selezionati con caratteristiche di accrescimento, qualità del legno, resistenza a parassiti e malattie. I pioppeti trovano collocazione ideale lungo le rive del Po, perché necessitano di ambienti luminosi e di terreni non troppo compatti, ben areati e con la possibilità di essere irrigati. L’intervento dell’uomo è continuo e costante, tanto che i pioppeti sono considerati colture agrarie, alla stregua del mais: necessitano infatti di lavorazioni del terreno, irrorazione di antiparassitari e potature. Per quanto gli ordinati filari rendano regolare e monotono il panorama, essi sono anche luogo di nidificazione delle gazze e delle cornacchie che, meglio di ogni altro uccello, si adattano a vivere vicino agli insediamenti urbani.
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