La macchia mediterranea può essere distinta in macchia alta, con alberi ben sviluppati capaci di assicurare ombra e umidità al sottobosco, e in macchia bassa fatta di arbusti e cespugli impenetrabili, chiamata gariga.
In questo bioma si trovano alberi sempreverdi a latifoglie e ad aghifoglie che comprendono: leccio, corbezzolo, olivo, alloro, carrubo, pino, ginepro, cipresso e altri. Vi sono poi piante cespugliose come il cisto, il lentisco, il mirto e il rosmarino.
Le piante più tipiche sono quelle in grado di restare in stato quiescente, cioè di riposo, durante l’estate calda, per poi germinare e crescere durante le basse temperature autunnali. La germinazione autunnale avviene solo dopo un periodo mite e umido, durante il quale il seme si è “ambientato”. In seguito il seme fiorirà e fruttificherà nel calore della primavera. Un’altra strategia è adottata dalle geofite o piante da bulbo: queste piante perenni resistono al calore estivo grazie ai bulbi e ai tuberi sotterranei come molte liliacee. Gli arbusti possono essere sempreverdi, oppure perdere le foglie nei periodi di massima siccità. Molte piante possiedono sostanze aromatiche profumate che hanno la funzione di scoraggiare animali che si nutrono di esse e in alcuni casi (l’artemisia californiana) queste sostanze impediscono la germinazione e la crescita di piante concorrenti.
Molto importante è la vegetazione mediterranea come habitat di una grande varietà di animali selvatici e di allevamento. In particolare nel Mediterraneo è importante l’elevato numero di specie vegetali endemiche, che rappresentano circa il 50% del numero totale di piante di questo ambiente. L’Italia meridionale rappresenta l’estremo limite meridionale di molte specie presenti in tutta Europa, come il faggio, la rovere e l’abete bianco. Si pensa che in epoca glaciale le regioni meridionali abbiano rappresentato le “aree rifugio” da cui queste specie si sono nuovamente diffuse nel resto d’Europa. Per questo motivo l’Italia meridionale è una grande riserva di biodiversità la cui importanza è oggi riconosciuta in tutto il mondo.
FONTE1
FONTE2
In questo bioma si trovano alberi sempreverdi a latifoglie e ad aghifoglie che comprendono: leccio, corbezzolo, olivo, alloro, carrubo, pino, ginepro, cipresso e altri. Vi sono poi piante cespugliose come il cisto, il lentisco, il mirto e il rosmarino.
Le piante più tipiche sono quelle in grado di restare in stato quiescente, cioè di riposo, durante l’estate calda, per poi germinare e crescere durante le basse temperature autunnali. La germinazione autunnale avviene solo dopo un periodo mite e umido, durante il quale il seme si è “ambientato”. In seguito il seme fiorirà e fruttificherà nel calore della primavera. Un’altra strategia è adottata dalle geofite o piante da bulbo: queste piante perenni resistono al calore estivo grazie ai bulbi e ai tuberi sotterranei come molte liliacee. Gli arbusti possono essere sempreverdi, oppure perdere le foglie nei periodi di massima siccità. Molte piante possiedono sostanze aromatiche profumate che hanno la funzione di scoraggiare animali che si nutrono di esse e in alcuni casi (l’artemisia californiana) queste sostanze impediscono la germinazione e la crescita di piante concorrenti.
Molto importante è la vegetazione mediterranea come habitat di una grande varietà di animali selvatici e di allevamento. In particolare nel Mediterraneo è importante l’elevato numero di specie vegetali endemiche, che rappresentano circa il 50% del numero totale di piante di questo ambiente. L’Italia meridionale rappresenta l’estremo limite meridionale di molte specie presenti in tutta Europa, come il faggio, la rovere e l’abete bianco. Si pensa che in epoca glaciale le regioni meridionali abbiano rappresentato le “aree rifugio” da cui queste specie si sono nuovamente diffuse nel resto d’Europa. Per questo motivo l’Italia meridionale è una grande riserva di biodiversità la cui importanza è oggi riconosciuta in tutto il mondo.
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