Molti mammiferi e uccelli hanno escogitato numerose strategie per sopravvivere al rigore dell’inverno, infatti, molte specie dormono per l’intero periodo invernale, ben protetti nelle loro tane. Alcuni animali entrano in una vera e propria ibernazione; la temperatura corporea cala e il metabolismo viene ridotto al minimo; le riserve di grasso accumulate sono comunque sufficienti a mantenere in vita l’animale; adottano questa strategia i ricci e i topolini. Gli scoiattoli, gli orsi e i tassi, invece, non riducono la temperatura del corpo, ma durante l’inverno entrano in uno stato di torpore cui alternano brevi momenti di veglia.
Il riccio
Il riccio (Erinaceus europaeus) è un animale terricolo che costruisce il nido in superficie, sotto arbusti e cespugli; durante il giorno resta nascosto sotto rami secchi e foglie, mentre al crepuscolo si muove alla ricerca di cibo. Il riccio è l’unico insettivoro ad andare in letargo, generalmente da ottobre a marzo. Si nutre di insetti, lombrichi, e molluschi terrestri.
Lo scoiattolo
Lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) nel periodo invernale si ciba delle riserve (noci e nocciole) accumulate durante l’autunno. Lo scoiattolo è una specie diurna che vive quasi esclusivamente sugli alberi, dove si muove con grande agilità. Costruisce nidi individuali in genere alla biforcazione dei rami, a 5-15 metri dal suolo, costituiti da ramoscelli intrecciati con uno o due ingressi. Si ciba di germogli, radici, frutti del sottobosco, ghiande, noci e nocciole. Talvolta si nutre di insetti e di uova di uccelli.
L’orso bruno
L’Orso bruno (Ursus arctos) preferisce gli ambienti di foresta, anche se si adatta ad una grande varietà di condizioni ecologiche. In Italia risulta confinato in ambienti montani che presentano una elevata copertura boschiva e morfologia aspra, poiché evita le aree caratterizzate da un eccessivo disturbo umano. Il legame con i boschi risulta maggiore in primavera e autunno, mentre in estate l’orso frequenta soprattutto aree a predominanza di cespuglieti e vegetazione erbacea a quote più elevate. Durante l’inverno preferisce ripide fasce rocciose, in cui possa trovare grotte o comunque anfratti nei quali scavare una tana per il letargo. L’Orso bruno è attivo prevalentemente, anche se non esclusivamente, di notte. È territoriale e solitario, con interazioni sociali limitate al periodo degli accoppiamenti.
Il tasso
Il tasso (Meles meles) vive in ambiente di foresta, di pianura e anche di montagna fino a 2.000 m. Preferisce i boschi di latifoglie o misti anche di limitata estensione, alternati a zone aperte, cespugliate, sassose e incolte; nelle regioni settentrionali è presente abitualmente nelle foreste di conifere. Si tratta comunque di una specie ecologicamente molto adattabile e proprio per questo può abitare anche aree agricole ed ambienti di macchia densa, anche nelle aree costiere. Scava tane o utilizza quelle di altri animali (istrici, volpi) con i quali a volte convive. Nel nord Europa il tasso forma dei gruppi sociali che condividono la stessa tana e lo stesso territorio, mentre in Italia sembra invece prediligere un comportamento più solitario. Altri animali ancora cercano di sopravvivere all’inverno con il cibo scarso che trovano, utilizzando anche le riserve di grasso: i cervi e i cinghiali grufolano tra la vegetazione e si cibano di cortecce e ramoscelli; alcuni uccelli si nutrono dei germogli e delle bacche che rimangono sugli alberi; gli uccelli insettivori, invece, scandagliano lo strato di foglie in cerca di insetti intorpiditi e di lombrichi, mentre le cince li cercano sui rami.
Il cervo
Il cervo (Cervus elaphus) è una specie generalmente associata ad ambienti di boschi aperti inframmezzati a distese di prateria in regioni pianeggianti; solo in seguito è stato sospinto negli habitat di foresta densa ed in montagna dalla pressione esercitata dall’uomo. Attualmente frequenta una vasta gamma di habitat, dalle brughiere scozzesi alle foreste mesofile (formate da piante che prediligono le zone umide) dell’Europa centrale, alla macchia mediterranea che caratterizza la parte più meridionale del suo areale. In montagna si spinge durante l’estate ben oltre il limite superiore della vegetazione arborea, nelle praterie dell’Orizzonte alpino. In Italia frequenta di preferenza i boschi di latifoglie o misti alternati a vaste radure e pascoli, ma si trova anche nelle foreste di conifere, nelle boscaglie ripariali (cioè situate in prossimità delle sponde dei fiumi e dei laghi) dei corsi d’acqua e, in Sardegna, nella tipica macchia mediterranea. Il cervo forma grandi branchi in genere guidati da una femmina anziana. Nel periodo riproduttivo i maschi presentano comportamenti fortemente rituali, come lotte, richiami (bramiti molto potenti), marcature del territorio. Al termine del periodo riproduttivo, i maschi tornano a vivere isolati e le femmine restano in gruppo con una femmina adulta come guida. Il cervo è attivo specialmente di notte e al crepuscolo, è molto sospettoso e si lascia avvicinare con difficoltà. E’ una specie erbivora e brucatrice (pascoli, arbusti, ericacee, conifere).
Alcuni uccelli, tra cui gli uccelli canori, dopo aver accumulato grasso a sufficienza, migrano più a sud. Tra questi troviamo il cardellino (Carduelis carduelis) che si trova in quasi tutta l’Europa ad eccezione di Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia e nord della Russia. Vive nei boschi misti, giardini e cespugli presenti in territorio aperto. Si nutre di afidi, germogli e semi, soprattutto di cardo. Nidifica ad un’altezza di 8-10 metri sui rami di latifoglie o conifere; il nido è caratterizzato da una parete spessa costituito da fibre, muschio, lana. La femmina ha il compito di covare le uova mentre entrambi i componenti della coppia si occupano della prole.
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