Arriva fino a 150 centimetri di lunghezza e nonostante questo rimane uno dei grandi mammiferi meno conosciuti e più misteriosi al mondo. Perché tutto questo mistero? Nonostante le dimensioni questi animali sono maestri di invisibilità. Prevalentemente notturni, trascorrono i 2/ 3 della loro vita sottoterra, emergendo solo dopo il tramonto per nutrirsi di termiti e formiche. Persino le persone che vivono negli stessi territori riescono a vederli di rado, e l'unico segno della loro esistenza è la presenza di grandi buchi nel terreno, altrimenti inspiegabili.
Negli ultimi 20 anni ho viaggiato in molte parti del Sudamerica, l'habitat dell'armadillo gigante, ma non ne ho mai visto uno né ho conosciuto qualcuno che l'avesse visto. Ho chiesto a ogni guida che ho incontrato, ma le mie domande hanno sempre incontrato sguardi fissi nel vuoto e scuotere di teste. Volevo vederne uno, intensamente. Così, quando recentemente mi è capitato di vedere online la foto di un armadillo selvatico gigante, scattata di notte con una fototrappola, mi è mancato il respiro.
Quella fotografia ( n° 2 ) scattata nelle zone umide del Pantanal brasiliano dal dottor Arnaud Desbiez, era incredibile. Un animale, quasi leggendario nella sua rarità, immortalato nel suo ambiente: selvaggio e spensierato. Per fornire un contesto, finora non avevamo che una manciata di foto di questo animale in natura. Le stesse osservazioni di questa specie sono molto rare e non abbiamo quasi informazioni scientifiche al riguardo.
Non sappiamo quasi nulla della loro ecologia, comportamento riproduttivo, dieta, esigenze territoriali. Né sappiamo quanto siano diffusi, seppur le mappe ne suggeriscano la presenza in tutta l'America del Sud. Rimangono un sacco di punti interrogativi e congetture da approfondire.
In sintesi non sappiamo quasi nulla di uno dei più grandi mammiferi del continente. Desbiez e i suoi colleghi, il veterinario Danilo Kluyber e il biologo Gabriel Massocato, stanno tuttavia lavorando per cambiare la situazione. Questo è infatti il terzo anno di uno studio pionieristico a lungo termine su questi animali, il primo mai condotto. Si chiama The Pantanal Giant Armadillo Project e si svolge nel ranch privato Baia das Pedras, di proprietà di Doio e Rita Coelho Lima, attivi sostenitori della ricerca fin dall'inizio. La stessa Rita, cresciuta nel ranch, non aveva mai visto un armadillo fino all'inizio del progetto nel 2011.
L'anno scorso ho contattato il dottor Desbiez per chiedere se potevo unirmi alla sua squadra e cercare di ottenere foto ad alta risoluzione di questi fantasmi con l'armatura. Nel giro di alcune settimane abbiamo posizionato le fotocamere nei luoghi che sapevamo ospitare le tane, sperando di veder emergere gli animali dopo il tramonto. Dovevamo stare attenti, perché nonostante le imponenti dimensioni gli armadilli giganti sono estremamente sensibili alle fonti di disturbo. Un rumore, o anche l'odore persistente di un oggetto dell'equipaggiamento, può essere sufficiente a farli scappare di nuovo nelle tane e farceli rimanere per tutta la notte.
Poi bisogna tenere in considerazione le stravaganze del comportamento di questi animali: posiziona la fotocamera sul percorso sbagliato e potrai vedere gli armadilli cambiare direzione, o decidere di camminare direttamente sopra ad attrezzature molto costose, schiacciandole nella sabbia. Capita anche che scappino all'istante, permettendo dunque di ottenere un unico scatto. In una notte "buona" potrebbero invece soffermarsi per qualche minuto, permettendo di scattare una dozzina o più di immagini prima di allontanarsi in cerca di cibo.
Alla fine siamo riusciti a ottenere degli scatti ad alta risoluzione di questi animali sorprendenti. In quasi tre settimane di lavoro, tuttavia, ho visto un solo armadillo per una frazione di secondo, mentre attraversava la strada davanti a noi. Ero troppo sorpreso e impreparato per riuscire a scattare una foto.
I risultati del progetto, nel frattempo, stanno aprendo una finestra sul mondo nascosto di questi animali così poco conosciuti. L'osservazione diretta è quasi impossibile con gli armadilli giganti, in gran parte a causa della loro sensibilità alle fonti di disturbo. Per questo motivo la squadra di Desbiez utilizza una vasta gamma di fototrappole, e gli animali catturati vengono tracciati grazie a un GPS che permette di monitorarne i movimenti. Questo ha permesso ai ricercatori di documentare eventi mai visti prima, come la nascita dei piccoli.
Una delle scoperte più intriganti fatte finora riguarda il ruolo unico svolto da questi animali come "ingegneri dell'ecosistema". Gli armadilli giganti sono abilissimi scavatori, creano tunnel nel terreno con determinazione e implacabile efficienza. I fori che realizzano, scavando nuove tane ogni notte, vengono utilizzati da ben altre 24 specie come luoghi di riposo e potenziali rifugi.
Il progetto di ricerca vuole raccogliere dati anche sulle specie di armadillo più piccole come l'armadillo a sei fasce e quello a nove fasce, oltre a un altro che non sapevo nemmeno esistesse: l'armadillo a coda molle meridionale. Lo studio vuole attirare l'attenzione sugli armadilli in generale, affinché le informazioni raccolte negli anni a venire possano fare la differenza nella protezione di questo gruppo di animali così poco studiato.
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