I ricercatori hanno sviluppato un modello che stima l'impatto della reintroduzione nel continente dei diavoli di Tasmania, in particolare nelle foreste sud-orientali dello Stato del New South Wales (la cui capitale è Sydney). Dallo studio è emerso che i diavoli di Tasmania diventerebbero uno dei principali predatori nella catena alimentare, fungendo da deterrente alla proliferazione di gatti e volpi. Elemento che produrrebbe effetti positivi su altri marsupiali più piccoli, che sono uccisi a un tasso molto elevato dai predatori selvatici.
I diavoli di Tasmania sono scomparsi dall'Australia (fatta eccezione per l'isola di Tasmania) circa 3mila anni fa, probabilmente come risultato del conflitto con i dingo. Le due specie secondo i ricercatori non possono infatti coesistere e la reintroduzione dei diavoli potrebbe essere tentata in aree non più popolate dai dingo. Questi canidi sono stati estirpati dagli Stati di New South Wales e Victoria per proteggere gli allevamenti, ma così facendo l'uomo ha lasciato che volpi e gatti diventassero i predatori primari, alterando la catena alimentare con conseguente impoverimento degli habitat ed estinzione di alcune specie.
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