“I nostri antenati venivano ingannati dagli insetti stecco già 126 milioni di anni fa”, commenta Olivier Bethous dell'Università La Sorbona di Parigi, co-autore della ricerca. “La nostra scoperta dimostra che l'imitazione delle piante da parte degli insetti è una capacità che accomuna molte specie, compresi gli insetti stecco, da molto prima che comparissero le piante con fiori”.
Foglia nuova
Secondo Bethoux, la nuova scoperta suggerisce che gli insetti abbiano evoluto questa capacità mimetica con la comparsa dei primi uccelli e mammiferi, che li predavano a vista quando sul pianeta c'erano ancora i dinosauri. “Si tratta di una prova davvero affascinante a sostegno della coevoluzione tra piante e insetti”, commenta il paleontologo Sam Heads dell'Università dell'Illinois, specialmente perché sono davvero poche le testimonianze fossili di insetti di cui siamo in possesso.
Questi antichi insetti stecco sono lunghi circa 70 millimetri dalla punta delle antenne fino all'altra estremità del corpo, e nonostante i fossili fossero stati ritrovati in Mongolia, gli autori dello studio li hanno scoperti in collezioni francesi e cinesi. Non erano mai stati analizzati da esperti, passando così inosservati per moltissimo tempo. Lungo le ali si distinguono linee nere parallele, che ricordano molto le foglie di ginkgo (di cui anche abbiamo testimonianze fossili), molto diffuse in Cina e in Mongolia tra 133 e 120 milioni di anni fa.
Travestimenti astuti
Gli scienziati supponevano che gli insetti stecco avessero iniziato a imitare le piante alle prime diversificazioni delle specie con fiori, durante la cosiddetta “grande radiazione delle angiosperme”, circa cento milioni di anni fa. Altri insetti simili agli insetti stecco si sarebbero evoluti in periodi ancora precedenti, secondo Bethoux, “ma nessuna di queste specie mostra adattamenti che possano dimostrare un'abilità nell'imitazione delle piante”. L'opinione di Chris Dietrich, curatore dell'Illinois Natural History Survey all'Università dell'Illinois, è che potrebbero esserci molte altre scoperte ad attenderci là fuori. A causa della mancanza di esperti in fossili di insetti, “molti reperti come quelli descritti nello studio finiscono abbandonati nei musei per decadi, prima che arrivi qualcuno a studiarli”.
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