Come è possibile che milioni di anni di evoluzione abbiano selezionato animali lenti? Come fanno a sfuggire ai predatori? Gran parte di loro - è la risposta - possono contare su altre armi difensive: e in alcuni casi è proprio la lentezza la loro risorsa migliore.
Prendiamo i bradipi, i mammiferi più lenti del mondo, in grado di raggiungere la vertiginosa velocità massima di un chilometro e mezzo l'ora. I bradipi, spiega la zoologa Becky Cliffe, vivono "al limite del loro bilancio energetico". Il loro lentissimo metabolismo (il cibo impiega in media 16 giorni per attraversare il loro apparato digestivo) fa sì che per loro "ogni movimento debba essere ben pianificato". Ma proprio perché stanno così immobili, permettono a una serie di alghe di crescere sul loro pelo, il che forse li aiuta a camuffarsi meglio nella volta arborea. E muovendosi pochissimo non attirano l'attenzione dei loro predatori naturali: grandi felini e aquile arpia, che tra l'altro sono sempre più rari allo stato selvatico.
Altri animali, come le tartarughe o le chiocciole, compensano la lentezza con il guscio protettivo, che li difende da molti attacchi. Le lumache senza guscio secernono un muco difensivo particolarmente appiccicoso (anche gatti e cani tendono a evitarlo). I nudibranchi, altri molluschi che appunto sono "nudi", si difendono con le tossine velenose che assumono dalle loro prede.
Tra i mammiferi marini il più lento è il lamantino, che nuota al massimo a otto chilometri l'ora. Tuttavia è così grosso e ha una pelle così dura che anche lo squalo toro - il suo principale predatore - tende a preferire prede più accessibili.
A proposito di squali, loro hanno il problema opposto: devono essere più veloci possibile non per sfuggire ai predatori ma per correre dietro alle prede. La specie più lenta è lo squalo della Groenlandia, che nuota alla tranquilla velocità di crociera di poco più di un chilometro all'ora. Per compensare, usa l'astuzia: si avvicina di soppiatto alle foche quando dormono nell'acqua (per evitare i loro predatori, gli orsi polari) o si apposta vicino ai buchi nel ghiaccio e le afferra quando si tuffano.
FONTE
Prendiamo i bradipi, i mammiferi più lenti del mondo, in grado di raggiungere la vertiginosa velocità massima di un chilometro e mezzo l'ora. I bradipi, spiega la zoologa Becky Cliffe, vivono "al limite del loro bilancio energetico". Il loro lentissimo metabolismo (il cibo impiega in media 16 giorni per attraversare il loro apparato digestivo) fa sì che per loro "ogni movimento debba essere ben pianificato". Ma proprio perché stanno così immobili, permettono a una serie di alghe di crescere sul loro pelo, il che forse li aiuta a camuffarsi meglio nella volta arborea. E muovendosi pochissimo non attirano l'attenzione dei loro predatori naturali: grandi felini e aquile arpia, che tra l'altro sono sempre più rari allo stato selvatico.
Altri animali, come le tartarughe o le chiocciole, compensano la lentezza con il guscio protettivo, che li difende da molti attacchi. Le lumache senza guscio secernono un muco difensivo particolarmente appiccicoso (anche gatti e cani tendono a evitarlo). I nudibranchi, altri molluschi che appunto sono "nudi", si difendono con le tossine velenose che assumono dalle loro prede.
Tra i mammiferi marini il più lento è il lamantino, che nuota al massimo a otto chilometri l'ora. Tuttavia è così grosso e ha una pelle così dura che anche lo squalo toro - il suo principale predatore - tende a preferire prede più accessibili.
A proposito di squali, loro hanno il problema opposto: devono essere più veloci possibile non per sfuggire ai predatori ma per correre dietro alle prede. La specie più lenta è lo squalo della Groenlandia, che nuota alla tranquilla velocità di crociera di poco più di un chilometro all'ora. Per compensare, usa l'astuzia: si avvicina di soppiatto alle foche quando dormono nell'acqua (per evitare i loro predatori, gli orsi polari) o si apposta vicino ai buchi nel ghiaccio e le afferra quando si tuffano.
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