Gli animali con colorazioni particolari sono da sempre ambiti da allevatori e collezionisti, che di fronte a quelli più rari non esitano a violare le leggi sul traffico di fauna selvatica.
Nel 2006 i vigili del fuoco del distretto di Niterói di Rio de Janeiro si imbatterono in un boa constrictor, ma non era un boa come gli altri: si trattava del primo esemplare selvatico leucistico mai trovato, e aveva solo poche settimane di vita. Il leucismo è una condizione nella quale la pigmentazione è ridotta, ma non del tutto assente come accade nell'albinismo. Il giovane boa era infatti bianco, ma con gli occhi neri: il colore avrebbe attirato i predatori, e le sue possibilità di sopravvivere in natura erano dunque molto scarse.
Le autorità lo portarono allo zoo di Niterói, una fondazione privata che si occupa di salvataggio e riabilitazione di animali selvatici feriti. Poco dopo, il ritrovamento dell'animale fu annunciato con un video su Youtube e cominciarono i problemi.
Un boa come il Santo Graal
In quanto unico nel suo genere, il boa è diventato subito ambitissimo e molti collezionisti hanno espresso il desiderio di acquistare l'eventuale progenie. Secondo gli esperti, il valore dell'animale si aggirava tra i 350.000 e il milione di dollari. Jeremy Stone, un allevatore di serpenti americano, si è recato in Brasile con l'intenzione di acquistarlo e riportarlo con sé negli Stati Uniti. Sapeva però che non ci sarebbe riuscito, non legalmente almeno, in quanto la legge brasiliana permette il trasporto degli animali solo dopo aver ottenuto un permesso particolare.
Non riuscì infatti a ottenere l'animale, ma nel 2009 diede il via a un progetto di riproduzione chiamato Princess Diamond, che aveva come scopo riuscire a ottenere animali leucistici in cattività. Quando un serpente con un gene recessivo, come quello del leucismo, si accoppia con uno normale, la prole è eterozigote: non è cioè presente il tratto, ma gli animali sono portatori del gene per esso. Nel corso delle generazioni, se entrambi i genitori trasmettono il carattere recessivo, il tratto finirà per apparire nella progenie. Stone ha ottenuto i primi risultati nel 2010, e nel 2011 ha iniziato a vendere i serpenti, a prezzi che andavano dai 12.500 ai 25.000 dollari per animale.
Il serpente mancante
Nel 2011 la National Environment Agency brasiliana (IBAMA) ha chiuso lo zoo di Niterói per maltrattamento degli animali, dopo un'ispezione che ha rivelato l'assenza di tre quarti dei 635 animali che risultavano ospitati nella struttura. Giselda Candiotto, direttrice dello zoo, disse che aveva portato a casa sua il boa e che era morto: gli agenti dell'IBAMA hanno messo in discussione le sue dichiarazioni, domandandosi perché la carcassa di un animale così raro non fosse stata inviata a un centro di ricerca.
Il veterinario dello zoo ha confermato d'aver curato il serpente per un anno a casa di Candiotto, fino al giorno in cui gli era stato detto di non recarvisi più perché l'animale era morto. L'IBAMA ha così notificato la polizia federale riguardo alla possibilità di contrabbando.
Operazione Lucy
Ha così avuto inizio l'Operazione Lucy, in collaborazione con l'Interpol brasiliana e altre istituzioni. Su vari siti internet, da Youtube ai forum online fino a Facebook, l'IBAMA ha presto trovato foto e video di un serpente che sembrava identico a quello scomparso. Tutto il materiale era riconducibile a Jeremy Stone, ma bisognava verificare che si trattasse dello stesso serpente trovato in Brasile anni prima.
Stone ha dichiarato che si trattava di una diversa sottospecie (Boa constrictor imperator e non Boa constrictor constrictor) e gli investigatori inizialmente si sono fidati, in quanto si tratta di animali pressoché identici. Successive indagini biometriche, tuttavia, hanno permesso di verificare il grado di somiglianza, evidenziando che il serpente di Stone e quello brasiliano avevano iridi con la stessa pigmentazione e macchie in posizioni identiche.
Sospetti confermati
Gli investigatori, di fronte all'enorme sospetto che si trattasse dello stesso animale, dovevano a quel punto dimostrare che era stato contrabbandato fuori dal paese. Dopo una ricerca sulle banche dati in materia d'immigrazione, hanno scoperto che Stone si era recato a Rio de Janeiro due volte. La prima nel 2006, la seconda nel 2009 quando, insieme alla sorella, vi aveva trascorso un solo giorno nel piccolo villaggio di Bonfim, al confine con la Guyana. “Non aveva senso”, commenta Franco Perazzoni, agente federale. “Perché venire in Brasile per un solo giorno, e passarlo nel bel mezzo dell'Amazzonia?”.
Quattro giorni prima, inoltre, Stone e la sorella erano stati interrogati dalle autorità all'aeroporto di Manaus in quanto sospettati per traffico di droga. Lei indossava una pancia finta per simulare una gravidanza, contentente in realtà un vano vuoto, ed entrambi avevano acquistato biglietti multipli su vari mezzi di trasporto, tipica manovra dei contrabbandieri per eludere la sorveglianza.
I tabulati telefonici di Candiotto, allo stesso tempo, hanno provato che quel giorno si trovava anche lei a Manaus, e che suo marito aveva viaggiato insieme a Stone, oltre ad aver ricevuto sul proprio conto bancario un versamento di circa 250.000 dollari. “Stone è tornato in Brasile nel 2009, lo stesso anno in cui è scomparso il serpente, ed è iniziato il progetto Princess Diamond negli Stati Uniti”, spiega Perazzoni.
Perquisizioni e arresti
Il 5 settembre 2013 le autorità brasiliane hanno sequestrato otto piccoli di boa bianco nello Utah, ma non sono state in grado di trovare il serpente scomparso che, secondo le dichiarazioni di Stone, sarebbe morto mesi prima. Poco tempo dopo Candiotto e il marito sono stati arrestati per traffico internazionale di fauna selvatica e contrabbando, e un analogo mandato di arresto è stato emesso per Stone, incriminato nel gennaio 2014 insieme alla sorella. Secondo l'accusa, i due avrebbero portato il serpente dal Brasile alla Guyana, dove un veterinario ha fornito un falso certificato dichiarando che era stato catturato lì.
Dov'è ora la Princess Diamond originale?
Uno dei piccoli è stato venduto a un allevatore di serpenti italiano, Attilio Franco Gariboldi, che presumibilmente in buona fede è riuscito a farlo riprodurre fino a ottenere un nuovo esemplare leucistico. Circa la scomparsa di Princess Diamond, le autorità brasiliane hanno due teorie. La prima è che sia ancora viva, e sia stata spedita da qualche parte fuori dalla portata delle forze dell'ordine, forse a un collega di Stone in Canada o in Europa. La seconda ipotesi è che, data la difficoltà di mantenere in salute un animale simile in spazi ristretti, Princess Diamond sia già morta.
“La mia principale preoccupazione ora è trovarla, e riportarla in Brasile insieme alla sua prole”, commenta Perazzoni. “Gli allevatori di boa di tutto il mondo devono essere consapevoli che contrabbandare il patrimonio faunistico del Brasile è sbagliato, e non vi sarà tolleranza al riguardo”.
FONTE
Le autorità lo portarono allo zoo di Niterói, una fondazione privata che si occupa di salvataggio e riabilitazione di animali selvatici feriti. Poco dopo, il ritrovamento dell'animale fu annunciato con un video su Youtube e cominciarono i problemi.
Un boa come il Santo Graal
In quanto unico nel suo genere, il boa è diventato subito ambitissimo e molti collezionisti hanno espresso il desiderio di acquistare l'eventuale progenie. Secondo gli esperti, il valore dell'animale si aggirava tra i 350.000 e il milione di dollari. Jeremy Stone, un allevatore di serpenti americano, si è recato in Brasile con l'intenzione di acquistarlo e riportarlo con sé negli Stati Uniti. Sapeva però che non ci sarebbe riuscito, non legalmente almeno, in quanto la legge brasiliana permette il trasporto degli animali solo dopo aver ottenuto un permesso particolare.
Non riuscì infatti a ottenere l'animale, ma nel 2009 diede il via a un progetto di riproduzione chiamato Princess Diamond, che aveva come scopo riuscire a ottenere animali leucistici in cattività. Quando un serpente con un gene recessivo, come quello del leucismo, si accoppia con uno normale, la prole è eterozigote: non è cioè presente il tratto, ma gli animali sono portatori del gene per esso. Nel corso delle generazioni, se entrambi i genitori trasmettono il carattere recessivo, il tratto finirà per apparire nella progenie. Stone ha ottenuto i primi risultati nel 2010, e nel 2011 ha iniziato a vendere i serpenti, a prezzi che andavano dai 12.500 ai 25.000 dollari per animale.
Il serpente mancante
Nel 2011 la National Environment Agency brasiliana (IBAMA) ha chiuso lo zoo di Niterói per maltrattamento degli animali, dopo un'ispezione che ha rivelato l'assenza di tre quarti dei 635 animali che risultavano ospitati nella struttura. Giselda Candiotto, direttrice dello zoo, disse che aveva portato a casa sua il boa e che era morto: gli agenti dell'IBAMA hanno messo in discussione le sue dichiarazioni, domandandosi perché la carcassa di un animale così raro non fosse stata inviata a un centro di ricerca.
Il veterinario dello zoo ha confermato d'aver curato il serpente per un anno a casa di Candiotto, fino al giorno in cui gli era stato detto di non recarvisi più perché l'animale era morto. L'IBAMA ha così notificato la polizia federale riguardo alla possibilità di contrabbando.
Operazione Lucy
Ha così avuto inizio l'Operazione Lucy, in collaborazione con l'Interpol brasiliana e altre istituzioni. Su vari siti internet, da Youtube ai forum online fino a Facebook, l'IBAMA ha presto trovato foto e video di un serpente che sembrava identico a quello scomparso. Tutto il materiale era riconducibile a Jeremy Stone, ma bisognava verificare che si trattasse dello stesso serpente trovato in Brasile anni prima.
Stone ha dichiarato che si trattava di una diversa sottospecie (Boa constrictor imperator e non Boa constrictor constrictor) e gli investigatori inizialmente si sono fidati, in quanto si tratta di animali pressoché identici. Successive indagini biometriche, tuttavia, hanno permesso di verificare il grado di somiglianza, evidenziando che il serpente di Stone e quello brasiliano avevano iridi con la stessa pigmentazione e macchie in posizioni identiche.
Sospetti confermati
Gli investigatori, di fronte all'enorme sospetto che si trattasse dello stesso animale, dovevano a quel punto dimostrare che era stato contrabbandato fuori dal paese. Dopo una ricerca sulle banche dati in materia d'immigrazione, hanno scoperto che Stone si era recato a Rio de Janeiro due volte. La prima nel 2006, la seconda nel 2009 quando, insieme alla sorella, vi aveva trascorso un solo giorno nel piccolo villaggio di Bonfim, al confine con la Guyana. “Non aveva senso”, commenta Franco Perazzoni, agente federale. “Perché venire in Brasile per un solo giorno, e passarlo nel bel mezzo dell'Amazzonia?”.
Quattro giorni prima, inoltre, Stone e la sorella erano stati interrogati dalle autorità all'aeroporto di Manaus in quanto sospettati per traffico di droga. Lei indossava una pancia finta per simulare una gravidanza, contentente in realtà un vano vuoto, ed entrambi avevano acquistato biglietti multipli su vari mezzi di trasporto, tipica manovra dei contrabbandieri per eludere la sorveglianza.
I tabulati telefonici di Candiotto, allo stesso tempo, hanno provato che quel giorno si trovava anche lei a Manaus, e che suo marito aveva viaggiato insieme a Stone, oltre ad aver ricevuto sul proprio conto bancario un versamento di circa 250.000 dollari. “Stone è tornato in Brasile nel 2009, lo stesso anno in cui è scomparso il serpente, ed è iniziato il progetto Princess Diamond negli Stati Uniti”, spiega Perazzoni.
Perquisizioni e arresti
Il 5 settembre 2013 le autorità brasiliane hanno sequestrato otto piccoli di boa bianco nello Utah, ma non sono state in grado di trovare il serpente scomparso che, secondo le dichiarazioni di Stone, sarebbe morto mesi prima. Poco tempo dopo Candiotto e il marito sono stati arrestati per traffico internazionale di fauna selvatica e contrabbando, e un analogo mandato di arresto è stato emesso per Stone, incriminato nel gennaio 2014 insieme alla sorella. Secondo l'accusa, i due avrebbero portato il serpente dal Brasile alla Guyana, dove un veterinario ha fornito un falso certificato dichiarando che era stato catturato lì.
Dov'è ora la Princess Diamond originale?
Uno dei piccoli è stato venduto a un allevatore di serpenti italiano, Attilio Franco Gariboldi, che presumibilmente in buona fede è riuscito a farlo riprodurre fino a ottenere un nuovo esemplare leucistico. Circa la scomparsa di Princess Diamond, le autorità brasiliane hanno due teorie. La prima è che sia ancora viva, e sia stata spedita da qualche parte fuori dalla portata delle forze dell'ordine, forse a un collega di Stone in Canada o in Europa. La seconda ipotesi è che, data la difficoltà di mantenere in salute un animale simile in spazi ristretti, Princess Diamond sia già morta.
“La mia principale preoccupazione ora è trovarla, e riportarla in Brasile insieme alla sua prole”, commenta Perazzoni. “Gli allevatori di boa di tutto il mondo devono essere consapevoli che contrabbandare il patrimonio faunistico del Brasile è sbagliato, e non vi sarà tolleranza al riguardo”.
FONTE