La manipolazione è un classico comportamento dei parassiti, che controllano cervello e corpo dell'ospite per garantirsi la sopravvivenza. Come questa mosca, che spinge la vittima ad autoseppellirsi
Un esemplare di Physocephala vittata, una mosca conopide
Se un bombo viene attaccato da una mosca conopide, è spacciato. La mosca deporrà un uovo al suo interno e la larva, una volta uscita, se lo mangerà vivo. Come se non fosse abbastanza, la larva costringerà la sua vittima a seppellirsi nel terreno, cosicché il suolo funga da asilo nido caldo e sicuro durante il suo sviluppo. E il bombo? Non ha speranza di sopravvivere, e scava la sua stessa tomba.
Conosciamo circa 800 specie di mosche della famiglia Conopidae, tutte parassite. Sfruttano le punte rigide del loro addome come un apriscatole per aprire i segmenti del corpo di api e vespe, in modo da deporvi le uova all'interno. Lo fanno persino in volo. La conopide insegue l'ape, la afferra a mezz'aria, la apre e vi deposita un uovo, il tutto senza toccare mai il terreno.
La larva impiega meno di due settimane per uccidere il suo ospite, prima prelevando nutrienti dai suoi fluidi corporei, poi mangiandolo direttamente. Poco tempo dopo forma una pupa e si trasforma in un individuo adulto. Nel 1994 Christine Muller ha scoperto che la maggioranza degli insetti che vengono infestati si auto-seppellisce: non appena vengono posizionati sul terreno, cominciano a scavare. Questo comportamento, per la sopravvivenza della mosca parassita, è fondamentale.
Il ciclo vitale delle conopidi è annuale: le pupe diventano insetti adulti in primavera, dopo aver trascorso l'inverno in ibernazione all'interno del loro ospite ormai morto. Se questo muore all'aperto, la larva dovrà affrontare mesi esposta al freddo, al rischio di disidratazione e agli attacchi di altri parassiti. Se l'ospite si seppellisce e muore sottoterra, invece, la mosca rimane protetta e ha più probabilità di sopravvivere.
Questo tipo di manipolazione è piuttosto comune tra i parassiti, molti dei quali controllano cervello e corpo dei propri ospiti per assicurarsi la sopravvivenza. Ci sono vespe che trasformano i bruchi in guardie del corpo zombie e funghi che costringono le formiche ad arrampicarsi fino all'altezza più consona per la diffusione delle proprie spore. In questo caso, la mosca trasforma la vespa in una vanga vivente.
Nel 2012 Rosemary Malfi dell'Università della Virginia ha prelevato esemplari di tre specie di bombi in un campo, per scoprire che un quarto degli insetti erano parassitati da una singola specie di conopide, nera e simile a una vespa: Physocephala tibialis. Il parassita cercava di costringere tutte e tre le specie a sotterrarsi, ma con risultati diversi a seconda della specie. Circa il 70 per cento degli esemplari di Bombus Bimaculatus e Bombus impatiens si scavavano la tomba dopo l'infestazione, mentre i Bombus griseocollis si seppellivano solo nel 18 per cento dei casi.
Non si tratta di un caso di resistenza come lo intendiamo solitamente. Gli insetti ospiti presentano spesso meccanismi di difesa che impediscono a mosche e vespe parassite di deporre le uova. Se falliscono, tuttavia, il loro sistema immunitario può comunque distruggere la larva in via di sviluppo. Alcune specie sono addirittura in grado di automedicarsi, mangiando lieviti che crescono sulla frutta in decomposizione e che contengono alcol: in pratica si ubriacano. Tutte queste contromisure a volte spingono i parassiti ad agire in modo specifico, prendendo di mira solo ospiti con difese che sono in grado di superare.
È possibile che i B. griseocollis dello studio di Malfi abbiano usato una di queste contromisure, ma rimane valida anche l'ipotesi che siano riusciti a resistere alla manipolazione. Un bombo che non si scava la tomba non risulterà appetibile per le mosche adulte, visto che non fornirebbe alle larve un ambiente protettivo contro il freddo dell'inverno. Insomma, il bombo si salva grazie alla propria "incompetenza".
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