Nella taiga siberiana i Russi stanno costruendo strade e ferrovie per collegare gli insediamenti del personale addetto alla ricerca di minerali preziosi o all’estrazione di petrolio e gas naturale.
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Dove il clima è meno rigido, l’uomo si è insediato operando grandi trasformazioni agrarie (specie in Europa Centro-settentrionale) con diminuzione a volte drastica delle foreste di conifere. Il terreno ricco di humus si presta ottimamente allo sfruttamento agrario. Vi si coltivano il grano, l’orzo, l’avena, la barbabietola da zucchero, il girasole e la patata. L’allevamento invece riguarda bovini, ovini e cavalli. La foresta è soggetta allo sfruttamento commerciale, per ricavare sia legname da opera, sia pasta di cellulosa. La betulla fornisce un legname leggero facilmente lavorabile (ottimo per fabbricare matrioske e balalaike), e produce una cellulosa particolarmente resistente e leggera, utilizzata per la carta della posta aerea.
Nella taiga siberiana i Russi stanno costruendo strade e ferrovie per collegare gli insediamenti del personale addetto alla ricerca di minerali preziosi o all’estrazione di petrolio e gas naturale. FONTE
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L’ arte del legno in Italia vanta una tradizione antichissima, che ha visto svilupparsi una produzione altamente creativa e di grandissima qualità fin dal ’500. Impostata fino a non molti anni fa su una struttura prevalentemente artigiana, la vera industria del mobile e dell’arredamento nasce tra gli anni ’50 e ’60. È proprio in questi due decenni, infatti, che si sviluppano le grandi roccaforti del mobile italiano in Brianza, nel Triveneto, nel Pesarese e in Toscana. Nel 1995 sono circa 35.000, e offrono lavoro a 250.000 dipendenti, le industrie italiane del mobile che hanno raggiunto un fatturato di circa 30 miliardi di euro, di cui circa 14.000 sono costituiti dall’esportazione. L’Italia è il primo esportatore di mobili e prodotti di arredamento a livello europeo. I prodotti dell’arredamento “made in Italy” sono ricercati in tutto il mondo. Ma per soddisfare tutto il mercato è necessario molto legname.
Anche l’industria della carta richiede moltissima materia prima. Basti pensare che l’Unione Europea è al secondo posto tra i paesi produttori nel mondo (dopo gli USA e prima del Giappone) e l’Italia è in testa. Nel nostro Paese, la produzione di carta e di cartoni è stata di 8,9 milioni di tonnellate nel 2001. Strumenti musicali in legno Violini, violoncelli e contrabbassi sono costruiti dal liutaio. La loro cassa di risonanza è fatta con legno di picea ed acero, mentre altri pezzi di questi strumenti sono fabbricati con legni esotici come il palissandro e l’ebano. Il violino è composto da più di 60 pezzi. Ma anche molti altri strumenti dell’orchestra (per esempio una intera famiglia di strumenti a fiato, i cosiddetti “legni”, sono fatti per l’appunto di legno. Per fabbricare un pianoforte sono necessari l’abete, il faggio, il tiglio per un totale di 2 metri cubi di legno. C’è legna e legna…da ardere Non tutto il legno brucia allo stesso modo. Il legno di carpine è quello che, bruciando, fornisce più calore; il faggio viene in seconda posizione. La quercia è invece scelta per produrre brace con la caratteristica di durare più a lungo. Il legno proveniente da alberi resinosi permette di scaldare più velocemente, ma non per altrettanto tempo. FONTE
Circa il 10% delle attuali sostanze medicinali deriva da piante medicinali tropicali; tra queste il chinino, curari, e vari tipi di steroidi. Tremila piante hanno proprietà anticancro e il 70% di queste si trova nelle foreste tropicali. Tra le piante medicinali presenti nelle foreste umide vi è la Samambaia (Polypodium lepidopteris e Polypodium decumanum), una felce che cresce nelle foreste piovose del sud America, la cui parte terapeutica è rappresentata dal rizoma e dalle radici. Nell’Amazzonia, il popolo Boras usa le foglie per curare la tosse, mentre altri impiegano il macerato del rizoma contro la febbre, la radice invece viene utilizzata in infuso per alcuni problemi renali. La medicina tradizionale brasiliana riconosce per la Samambaia proprietà sudorifera, antireumatica, tonica, espettorante, utili nella cura di bronchiti, tosse ed altre affezioni delle vie respiratorie, mentre in Perù viene anche utilizzata nella cura delle infezioni urinarie e per numerosi problemi cutanei. Il popolo amazzonico dei Guarnì e quello dei Tupi chiamano una pianta conosciuta con il nome di Pau d’Arco “Tajy“, che significa “avere forza e vigore”; la usano per curare malaria, anemia, malattie respiratorie, febbre, infezioni, arterie e reumatismi, e persino morsi di serpente. Il Pau d’Arco è un grosso albero delle foreste piovose sudamericane che, botanicamente, corrisponde alla Tabebuia spp.
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La prima risorsa economica legata a questo ecosistema è il turismo. Quasi tutti i Paesi tropicali del Pacifico e molti dell’Oceano Indiano hanno, lungo le coste, meravigliose barriere coralline. Tra i turisti ci sono appassionati di sport subacquei, semplici amatori attrezzati con maschere e pinne, pescatori e persone che amano le spiagge bianche e soleggiate formate dall’erosione dei coralli delle barriere. Sono circa un centinaio i Paesi che vivono basandosi principalmente sul turismo “da barriera”. Nella sola Florida il guadagno dovuto al turismo naturalistico è di circa 1,6 miliardi di dollari l’anno; tutti i Paesi dei Caraibi dipendono dal turismo per circa metà del prodotto interno lordo.
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March 2020
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