Si tratta di una specie mai descritta prima. Quanto è urticante? Cosa mangia? Ancora non lo sappiamo, ma secondo gli esperti potrebbe trattarsi di una specie invasiva, arrivata in Italia di recente.
La nuova specie di medusa, Pelagia benovici.
Lo scorso autunno un gruppo di pescatori nel Mare Adriatico, vicino a Venezia, ha issato le reti piene di centinaia di meduse dorate lunghe circa cinque centimetri. Non avendo mai visto quel tipo di medusa prima di allora, i pescatori hanno inviato le immagini ai ricercatori che l'hanno identificata come una nuova specie.
Ogni anno scopriamo due o tre specie di meduse nuove, commenta Claudia Mills, biologa marina dell'Università di Washington a Friday Harbor. Tuttavia trovare così tanti esemplari nell'acqua poco profonda in prossimità della costa è una circostanza rara, come spiega Stefano Piraino, ricercatore dell'Università del Salento ed esperto di meduse, che insieme ai suoi colleghi ha pubblicato la descrizione della nuova specie Pelagia benovici sulla rivista Zootaxa. La specie è stata chiamata così intitolandone la scoperta al biologo marino Adam Benovic dell’Istituto oceanografico di Ragusa (Dubrovnik), scomparso di recente.
La scoperta è stata una sorpresa per gli scienziati, perché l'Adriatico è tra i mari più studiati al mondo. Il fatto che la medusa sia riuscita a passare inosservata fino allo scorso anno suggerisce si tratti di un arrivo relativamente recente, come spiegano gli autori dello studio. Questo significa probabilmente che si tratta di una specie invasiva. Il golfo di Venezia è un punto considerato cruciale per l'arrivo delle specie aliene, spiega Piraino, per l'intensa attività di trasporti transcontinentali. Le stesse pratiche di acquacoltura locali offrono un sacco di opportunità alle specie alloctone di stabilirsi. “Crediamo che questa medusa sia arrivata nel Mediterraneo con il trasferimento dell'acqua di zavorra”, commenta Piraino.
Gli esperti non hanno certezze sulla provenienza di P. benovici, ma tra le ipotesi più accreditate c'è quella condivisa anche dalla biologa Claudia Mills, che propende per l'Oceano Indiano. Si tratta infatti di un'area poco studiata, ma nota per l'elevata biodiversità degli organismi marini. I ricercatori hanno appena iniziato a conoscere P. benovici e resta loro molto lavoro ad fare. Non sanno ancora, ad esempio, quanto urticante sia al contatto con la pelle, perché i pescatori che l'hanno maneggiata indossavano i guanti. Anche riguardo alle sue abitudini alimentari poco sappiamo, seppur le specie a lei più vicine siano carnivore. Si nutrono infatti, spiega Piraino, di uova e larve di pesce, così come di piccoli crostacei.
FONTE
Lo scorso autunno un gruppo di pescatori nel Mare Adriatico, vicino a Venezia, ha issato le reti piene di centinaia di meduse dorate lunghe circa cinque centimetri. Non avendo mai visto quel tipo di medusa prima di allora, i pescatori hanno inviato le immagini ai ricercatori che l'hanno identificata come una nuova specie.
Ogni anno scopriamo due o tre specie di meduse nuove, commenta Claudia Mills, biologa marina dell'Università di Washington a Friday Harbor. Tuttavia trovare così tanti esemplari nell'acqua poco profonda in prossimità della costa è una circostanza rara, come spiega Stefano Piraino, ricercatore dell'Università del Salento ed esperto di meduse, che insieme ai suoi colleghi ha pubblicato la descrizione della nuova specie Pelagia benovici sulla rivista Zootaxa. La specie è stata chiamata così intitolandone la scoperta al biologo marino Adam Benovic dell’Istituto oceanografico di Ragusa (Dubrovnik), scomparso di recente.
La scoperta è stata una sorpresa per gli scienziati, perché l'Adriatico è tra i mari più studiati al mondo. Il fatto che la medusa sia riuscita a passare inosservata fino allo scorso anno suggerisce si tratti di un arrivo relativamente recente, come spiegano gli autori dello studio. Questo significa probabilmente che si tratta di una specie invasiva. Il golfo di Venezia è un punto considerato cruciale per l'arrivo delle specie aliene, spiega Piraino, per l'intensa attività di trasporti transcontinentali. Le stesse pratiche di acquacoltura locali offrono un sacco di opportunità alle specie alloctone di stabilirsi. “Crediamo che questa medusa sia arrivata nel Mediterraneo con il trasferimento dell'acqua di zavorra”, commenta Piraino.
Gli esperti non hanno certezze sulla provenienza di P. benovici, ma tra le ipotesi più accreditate c'è quella condivisa anche dalla biologa Claudia Mills, che propende per l'Oceano Indiano. Si tratta infatti di un'area poco studiata, ma nota per l'elevata biodiversità degli organismi marini. I ricercatori hanno appena iniziato a conoscere P. benovici e resta loro molto lavoro ad fare. Non sanno ancora, ad esempio, quanto urticante sia al contatto con la pelle, perché i pescatori che l'hanno maneggiata indossavano i guanti. Anche riguardo alle sue abitudini alimentari poco sappiamo, seppur le specie a lei più vicine siano carnivore. Si nutrono infatti, spiega Piraino, di uova e larve di pesce, così come di piccoli crostacei.
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