Per anni il corno del narvalo, che in realtà è un dente, ha incuriosito gli studiosi che non riuscivano spiegarne la funzione. Ora si fa strada una nuova audace teoria, che lascia perplessi molti esperti
Il narvalo è entrato nella leggenda per il corno a spirale che sporge dalla sua testa, ma gli scienziati stanno ancora cercando di scoprire quale sia la funzione di questa sua pecularietà, più sviluppata nei maschi (fino a oltre due metri) ma spesso presente anche nelle femmine. Pochi giorni fa un team di ricercatori ha pubblicato uno studio che avanza una teoria piuttosto audace: il corno, che in realtà è un dente, sarebbe un organo sensoriale. Gli scienziati ipotizzano che il dente possa percepire variazioni come il contenuto di sale nell'acqua di mare, aiutando questi mammiferi marini nei loro spostamenti in un ambiente a dir poco gelido e nella ricerca di cibo.
Ma la teoria è molto controversa, e molti esperti di mammiferi marini rifiutano l'idea che il dente svolga un ruolo centrale nella capacità del narvalo di rapportarsi al suo habitat, insistendo che più probabilmente serve ad attirare possibili partner."Semplicemente non ci sono prove a sostegno del fatto che questo corno svolga un ruolo importante nella percezione di cambiamenti di salinità e simili", commenta Kristin Laidre, biologa esperta di mammiferi marini dell'Università di Washington a Seattle.
Martin Nweeia della Harvard School of Dental Medicine, autore principale del nuovo studio pubblicato su The Anatomical Record, concorda sul fatto che la zanna è un po' come le piume brillanti dei pavoni, utilizzate per attirare le femmine in periodo riproduttivo. Ma questo non preclude necessariamente che abbia anche altre funzioni. "È tipico di un organo sensoriale svolgere più mansioni", spiega.
Un dente, molte funzioni
Nweeia, dentista praticante, sostiene che il dente del narvalo sembra particolarmente adatto a percepire le variazioni dell'ambiente, specialmente se si considera la sua anatomia. Sullo strato esterno, infatti, ci sono numerosi canali che permettono all'acqua di mare di arrivare all'interno. Questo strato è connesso a uno sottostante chiamato dentina, anch'esso contenente piccoli canali che corrono verso la polpa (la parte più interna), ricca di vasi sanguigni e nervi. Questi nervi, dalla base del dente, arrivano poi direttamente al cervello. In denti come i nostri, invece, non vi è alcun collegamento diretto che porti gli stimoli esterni (come il contatto con l'acqua fredda) al cervello, "A meno che non ci sia qualcosa che non va nel dente stesso per cui i nervi sono scoperti", commenta Nweeia.
Per il narvalo questa costante sensibilità sembra invece essere normale, e la percezione di variazioni nella salinità corrisponde a cambiamenti nel battito cardiaco dell'animale. Tuttavia le misurazioni riguardo alla frequenza cardiaca sono state fatte subito dopo la cattura di questi mammiferi, perciò, secondo Laidre, potrebbero riflettere lo stress del momento e non avere niente a che fare con la salinità. In ogni caso la biologa non è in totale disaccordo con lo studio, e ammette che il corno del narvalo è un dente, e in quanto tale sensibile.
"Nei mammiferi, tuttavia, le femmine sono fondamentali per la crescita della popolazione", commenta Laidre. "Non è dunque possibile che loro siano sprovviste di un organo sensoriale come questo, se davvero potrebbe aiutarle a sopravvivere o fornire loro un vantaggio nella ricerca del cibo". I narvali maschi sono infatti dotati di corni che spesso superano i due metri di lunghezza, mentre le femmine al massimo ne sviluppano di molto piccoli. Dalla coda del pavone alle corna del cervo, non è raro che gli esemplari maschi rendano evidente la loro disponibilità sessuale, e l'idea che il dente del narvalo abbia lo stesso scopo era sostenuta anche da Charles Darwin. Ma i narvali sono sfuggenti e difficili da studiare, commenta Laidre, e forse non sapremo mai con certezza come utilizzino il loro corno.
FONTE
Il narvalo è entrato nella leggenda per il corno a spirale che sporge dalla sua testa, ma gli scienziati stanno ancora cercando di scoprire quale sia la funzione di questa sua pecularietà, più sviluppata nei maschi (fino a oltre due metri) ma spesso presente anche nelle femmine. Pochi giorni fa un team di ricercatori ha pubblicato uno studio che avanza una teoria piuttosto audace: il corno, che in realtà è un dente, sarebbe un organo sensoriale. Gli scienziati ipotizzano che il dente possa percepire variazioni come il contenuto di sale nell'acqua di mare, aiutando questi mammiferi marini nei loro spostamenti in un ambiente a dir poco gelido e nella ricerca di cibo.
Ma la teoria è molto controversa, e molti esperti di mammiferi marini rifiutano l'idea che il dente svolga un ruolo centrale nella capacità del narvalo di rapportarsi al suo habitat, insistendo che più probabilmente serve ad attirare possibili partner."Semplicemente non ci sono prove a sostegno del fatto che questo corno svolga un ruolo importante nella percezione di cambiamenti di salinità e simili", commenta Kristin Laidre, biologa esperta di mammiferi marini dell'Università di Washington a Seattle.
Martin Nweeia della Harvard School of Dental Medicine, autore principale del nuovo studio pubblicato su The Anatomical Record, concorda sul fatto che la zanna è un po' come le piume brillanti dei pavoni, utilizzate per attirare le femmine in periodo riproduttivo. Ma questo non preclude necessariamente che abbia anche altre funzioni. "È tipico di un organo sensoriale svolgere più mansioni", spiega.
Un dente, molte funzioni
Nweeia, dentista praticante, sostiene che il dente del narvalo sembra particolarmente adatto a percepire le variazioni dell'ambiente, specialmente se si considera la sua anatomia. Sullo strato esterno, infatti, ci sono numerosi canali che permettono all'acqua di mare di arrivare all'interno. Questo strato è connesso a uno sottostante chiamato dentina, anch'esso contenente piccoli canali che corrono verso la polpa (la parte più interna), ricca di vasi sanguigni e nervi. Questi nervi, dalla base del dente, arrivano poi direttamente al cervello. In denti come i nostri, invece, non vi è alcun collegamento diretto che porti gli stimoli esterni (come il contatto con l'acqua fredda) al cervello, "A meno che non ci sia qualcosa che non va nel dente stesso per cui i nervi sono scoperti", commenta Nweeia.
Per il narvalo questa costante sensibilità sembra invece essere normale, e la percezione di variazioni nella salinità corrisponde a cambiamenti nel battito cardiaco dell'animale. Tuttavia le misurazioni riguardo alla frequenza cardiaca sono state fatte subito dopo la cattura di questi mammiferi, perciò, secondo Laidre, potrebbero riflettere lo stress del momento e non avere niente a che fare con la salinità. In ogni caso la biologa non è in totale disaccordo con lo studio, e ammette che il corno del narvalo è un dente, e in quanto tale sensibile.
"Nei mammiferi, tuttavia, le femmine sono fondamentali per la crescita della popolazione", commenta Laidre. "Non è dunque possibile che loro siano sprovviste di un organo sensoriale come questo, se davvero potrebbe aiutarle a sopravvivere o fornire loro un vantaggio nella ricerca del cibo". I narvali maschi sono infatti dotati di corni che spesso superano i due metri di lunghezza, mentre le femmine al massimo ne sviluppano di molto piccoli. Dalla coda del pavone alle corna del cervo, non è raro che gli esemplari maschi rendano evidente la loro disponibilità sessuale, e l'idea che il dente del narvalo abbia lo stesso scopo era sostenuta anche da Charles Darwin. Ma i narvali sono sfuggenti e difficili da studiare, commenta Laidre, e forse non sapremo mai con certezza come utilizzino il loro corno.
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