FOTOGALLERIA La viralità delle immagini di animali che scroccano un passaggio ad altri non conosce soste. Ecco una galleria di "casi" celebri.
FOTO 1: il merlo e la poiana
Un turista in gita nei DeSoto e Boyer Chute National Wildlife Refuges in Iowa e Nebraska ha inviato questa straordinaria immagine di un merlo che attacca una poiana della Giamaica (Buteo jamaicensis) al Department of the Interior statunitense, che l'ha diffusa ai primi di agosto.
Troppo bella per essere vera? Per alcuni esperti è proprio così: “Non credo che l'uccello stia prendendo un passaggio, mi sembra solo un'immagine scattata al momento giusto”, dice Tom Cox, il responsabile delle aree protette.
Secondo Cox però, l'ipotesi che il merlo possa aver attaccato il predatore è più probabile di quanto si immagini. "Vediamo merli tuffarsi suille poiane praticamente tutti i giorni", dice.
Ma perché attaccare il rapace? Di solito ciò accade per "identificare e cacciare un predatore dal proprio territorio”, spiega Brian K. Schmidt, ornitologo del National Museum of Natural History della Smithsonian Institution. I merli sono uccelli molto territoriali, aggiunge Cox, non hanno bisogno di ragioni particolari per affrontare una minaccia.
Quella però di vedere sempre più di frequente animali "a bordo" di altre specie sembra ormai uno dei temi prediletti dai social network, come dimostra questa fotogalleria.
FOTO 2: iI picchio e la donnola
A scatenare il filone degli animali autostoppisti è stata, a marzo 2015, questa ìimmagine catturata da un fotografo amatoriale, che immortala una donnola (Mustela nivalis) sul dorso di un picchio (Picus viridis).
Ma quella che molti hanno letto come una toccante testimonianza di amicizia tra specie (la donnola che prende un passaggio dall'uccello) è in realtà il risultato di un tentativo di predazione finito male.
Le-May ha raccontato infatti a BBC News che scattare quest'immagine mentre visitava l'Hornchurch Country Park a Londra potrebbe aver salvato la vita al picchio.
"Credo che la mia presenza abbia distratto la donnola, così che quando il picchio è atterrato è riuscito a fuggire, mentre la donnola se la dava a gambe".
FOTO 3: iI procione e l'alligatore
La foto di un procione che in Florida prende un passaggio a dorso di un alligatore è diventata virale, ma cosa c'è di vero in quell'immagine?
La persona che dichiara di aver realizzato lo scatto, Richard Jones, nato in Florida, ha assicurato a National Geographic che la foto è autentica. Ma almeno un biologo e alcuni fotografi hanno avanzato dubbi sulla sua veridicità.
Tutto è cominciato domenica 14 giugno, quando Jones ha comunicato ad alcune testate locali di aver scattato la foto mentre si trovava nella Ocala National Forest con la sua famiglia. Ha raccontato che suo figlio ha spaventato il procione il quale sarebbe "corso" sull'alligatore, che si trovava nel fiume Ocklawaha. "Quelli che dubitano che la foto sia autentica probabilmente non hanno mai trascorso del tempo fra la natura in Florida", dice Jones. "Altrimenti saprebbero che alligatori e procioni interagiscono in continuazione, come tutti gli animali nelle paludi".
Queste interazioni però non sono di tipo disneyano: in genere significano che una specie mangia l'altra, spiega il biologo Jason Waller dell'Alligator Management Program voluto dalla Florida Fish and Wildlife Conservation Commission.
I procioni infatti mangiano le uova degli alligatori e i rettili neonati, mentre quando gli alligatori crescono mangiano procioni di tutte le età. Questa è la ragione per cui Waller si dichiara molto scettico sulla foto, che ritrae un comportamento del tutto anomalo per entrambi gli animali. "In genere, quando un procione si spaventa e si trova vicino all'acqua fugge nel bosco o si arrampica su un albero", spiega. "Cerca di evitare di saltare in acqua".
L'Ocala Star Banner, un quotidiano locale, ha inizialmente rifiutato di pubblicare l'immagine perché ne dubitava l'autenticità. "Il procione sembra sproporzionato, troppo grande rispetto all'alligatore", è stato scritto la domenica sera sul sito web del quotidiano. "Anche zoomando sull'immagine, non si capisce se il procione abbia le zampe inferiori... Sembra quasi un esemplare imbalsamato".
Anche la nostra Lisa Signorile la pensa così: "La mia prima impressione è che si tratti di animali tassidermizzati", dice. "Un procione in fuga tende a stare su tutte e quattro le zampe, e soprattutto, come già osservato, non fugge verso l'acqua, dove oltretutto sa che ci sono gli alligatori. La posa è statica, il procione ha i piedi uniti e le anteriori parallele. La coda non è visibile, ma in quella posizione, in bilico, l'animale dovrebbe usarla per bilanciarsi; invece è girata, per motivi inspiegabili, verso l'altro lato dell'alligatore".
FOTO 4: siamo aquile o cornacchie?
A luglio 2015, è stata la volta del fotografo californiano Phoo Chan di immortalare una cornacchia appollaiata sulla schiena di un'aquila in volo. Ma è probabile che il corvide, piu che cercare un passaggio, stesse attaccando il rapace, spiega l'ornitologo Kevin McGowan del Cornell lab of Ornithology.
Gli uccelli sono molto territoriali, spiega l'esperto, soprattutto durante l'estate quendo i piccoli sono più vulnerabili. I corvidi (e molti altri uccelli) sembrano soffrire di un complesso di Napoleone: la sola presenza di un uccello più grosso innescherebbe la competizione e quindi gli attacchi.
Secondo McGowan gli uccelli territoriali in genere non si avvicinano così tanto, ma è possibile che questa cornacchia si sia ritrovata nella scia dell'aquila e si sia appoggiata.
FOTO 5: la genetta opportunista
Nel Hluhluwe-iMfolozi Park, in Sudafrica, un gruppo di volontari di Ezemvelo KZN Wildlife, analizzando il materiale ripreso dalla loro trappola fotografica, si è imbattuto nelle sorprendenti immagini di una genetta (Genetta genetta) ben in vista sul dorso di un bufalo del Capo (Syncerus caffer).
FOTO 6: Genet Jackson colpisce ancora
Qualche tempo dopo, i volontari di Wildlife ACT e di Ezemvelo KZN Wildlife, organizzazioni che promuovono la conservazione della fauna selvatica in Africa, hanno ritrovato una genetta - ormai diventata una star dei social network grazie al proprio account Twitter: "Genet Jackson" - sul dorso di un rinoceronte nero, e ne hanno diffuso il video.
Craig Sholley, zoologo e vice presidente della African Wildlife Foundation, spiega che, per le genette, quello di salire in groppa a grandi mammiferi erbivori è un modo per procacciarsi il cibo: come gli insetti che il rinoceronte solleva camminando sull'erba, la stessa tecnica utilizzata dagli aironi guardabuoi sugli animali al pascolo. Secondo Sholley, è anche possibile che la genetta vada in cerca delle zecche che si attaccano a rinoceronti e bufali.
Il rinoceronte inoltre fornisce al carnivoro notturno un punto di vista privilegiato dal quale osservare il paesaggio alla ricerca di possibili prede, una categoria che comprende vari animali, dagli scarabei stercorari ai cuccioli di antilope. Stare appollaiate su questi grandi e lenti animali è un'ottima strategia di caccia, sempre finché l'erbivoro in questione non ne ha abbastanza.
Nel video il rinoceronte all'improvviso scarta e parte al galoppo, mentre Genet Jackson cerca di rimanergli aggrappata come un cowboy al rodeo. "Mi sembra che il rinoceronte fosse abbastanza stufo", commenta Sholley.
Finché la genetta ne avrà il suo tornaconto, continuerà a saltare in groppa ai grossi erbivori, scommette lo zoologo. "È una cosa bizzarra, ma ormai nulla del mondo della natura riesce più a stupirmi", dice Sholley. "Ecco perché continuo a tornare in Africa".
FONTE
Un turista in gita nei DeSoto e Boyer Chute National Wildlife Refuges in Iowa e Nebraska ha inviato questa straordinaria immagine di un merlo che attacca una poiana della Giamaica (Buteo jamaicensis) al Department of the Interior statunitense, che l'ha diffusa ai primi di agosto.
Troppo bella per essere vera? Per alcuni esperti è proprio così: “Non credo che l'uccello stia prendendo un passaggio, mi sembra solo un'immagine scattata al momento giusto”, dice Tom Cox, il responsabile delle aree protette.
Secondo Cox però, l'ipotesi che il merlo possa aver attaccato il predatore è più probabile di quanto si immagini. "Vediamo merli tuffarsi suille poiane praticamente tutti i giorni", dice.
Ma perché attaccare il rapace? Di solito ciò accade per "identificare e cacciare un predatore dal proprio territorio”, spiega Brian K. Schmidt, ornitologo del National Museum of Natural History della Smithsonian Institution. I merli sono uccelli molto territoriali, aggiunge Cox, non hanno bisogno di ragioni particolari per affrontare una minaccia.
Quella però di vedere sempre più di frequente animali "a bordo" di altre specie sembra ormai uno dei temi prediletti dai social network, come dimostra questa fotogalleria.
FOTO 2: iI picchio e la donnola
A scatenare il filone degli animali autostoppisti è stata, a marzo 2015, questa ìimmagine catturata da un fotografo amatoriale, che immortala una donnola (Mustela nivalis) sul dorso di un picchio (Picus viridis).
Ma quella che molti hanno letto come una toccante testimonianza di amicizia tra specie (la donnola che prende un passaggio dall'uccello) è in realtà il risultato di un tentativo di predazione finito male.
Le-May ha raccontato infatti a BBC News che scattare quest'immagine mentre visitava l'Hornchurch Country Park a Londra potrebbe aver salvato la vita al picchio.
"Credo che la mia presenza abbia distratto la donnola, così che quando il picchio è atterrato è riuscito a fuggire, mentre la donnola se la dava a gambe".
FOTO 3: iI procione e l'alligatore
La foto di un procione che in Florida prende un passaggio a dorso di un alligatore è diventata virale, ma cosa c'è di vero in quell'immagine?
La persona che dichiara di aver realizzato lo scatto, Richard Jones, nato in Florida, ha assicurato a National Geographic che la foto è autentica. Ma almeno un biologo e alcuni fotografi hanno avanzato dubbi sulla sua veridicità.
Tutto è cominciato domenica 14 giugno, quando Jones ha comunicato ad alcune testate locali di aver scattato la foto mentre si trovava nella Ocala National Forest con la sua famiglia. Ha raccontato che suo figlio ha spaventato il procione il quale sarebbe "corso" sull'alligatore, che si trovava nel fiume Ocklawaha. "Quelli che dubitano che la foto sia autentica probabilmente non hanno mai trascorso del tempo fra la natura in Florida", dice Jones. "Altrimenti saprebbero che alligatori e procioni interagiscono in continuazione, come tutti gli animali nelle paludi".
Queste interazioni però non sono di tipo disneyano: in genere significano che una specie mangia l'altra, spiega il biologo Jason Waller dell'Alligator Management Program voluto dalla Florida Fish and Wildlife Conservation Commission.
I procioni infatti mangiano le uova degli alligatori e i rettili neonati, mentre quando gli alligatori crescono mangiano procioni di tutte le età. Questa è la ragione per cui Waller si dichiara molto scettico sulla foto, che ritrae un comportamento del tutto anomalo per entrambi gli animali. "In genere, quando un procione si spaventa e si trova vicino all'acqua fugge nel bosco o si arrampica su un albero", spiega. "Cerca di evitare di saltare in acqua".
L'Ocala Star Banner, un quotidiano locale, ha inizialmente rifiutato di pubblicare l'immagine perché ne dubitava l'autenticità. "Il procione sembra sproporzionato, troppo grande rispetto all'alligatore", è stato scritto la domenica sera sul sito web del quotidiano. "Anche zoomando sull'immagine, non si capisce se il procione abbia le zampe inferiori... Sembra quasi un esemplare imbalsamato".
Anche la nostra Lisa Signorile la pensa così: "La mia prima impressione è che si tratti di animali tassidermizzati", dice. "Un procione in fuga tende a stare su tutte e quattro le zampe, e soprattutto, come già osservato, non fugge verso l'acqua, dove oltretutto sa che ci sono gli alligatori. La posa è statica, il procione ha i piedi uniti e le anteriori parallele. La coda non è visibile, ma in quella posizione, in bilico, l'animale dovrebbe usarla per bilanciarsi; invece è girata, per motivi inspiegabili, verso l'altro lato dell'alligatore".
FOTO 4: siamo aquile o cornacchie?
A luglio 2015, è stata la volta del fotografo californiano Phoo Chan di immortalare una cornacchia appollaiata sulla schiena di un'aquila in volo. Ma è probabile che il corvide, piu che cercare un passaggio, stesse attaccando il rapace, spiega l'ornitologo Kevin McGowan del Cornell lab of Ornithology.
Gli uccelli sono molto territoriali, spiega l'esperto, soprattutto durante l'estate quendo i piccoli sono più vulnerabili. I corvidi (e molti altri uccelli) sembrano soffrire di un complesso di Napoleone: la sola presenza di un uccello più grosso innescherebbe la competizione e quindi gli attacchi.
Secondo McGowan gli uccelli territoriali in genere non si avvicinano così tanto, ma è possibile che questa cornacchia si sia ritrovata nella scia dell'aquila e si sia appoggiata.
FOTO 5: la genetta opportunista
Nel Hluhluwe-iMfolozi Park, in Sudafrica, un gruppo di volontari di Ezemvelo KZN Wildlife, analizzando il materiale ripreso dalla loro trappola fotografica, si è imbattuto nelle sorprendenti immagini di una genetta (Genetta genetta) ben in vista sul dorso di un bufalo del Capo (Syncerus caffer).
FOTO 6: Genet Jackson colpisce ancora
Qualche tempo dopo, i volontari di Wildlife ACT e di Ezemvelo KZN Wildlife, organizzazioni che promuovono la conservazione della fauna selvatica in Africa, hanno ritrovato una genetta - ormai diventata una star dei social network grazie al proprio account Twitter: "Genet Jackson" - sul dorso di un rinoceronte nero, e ne hanno diffuso il video.
Craig Sholley, zoologo e vice presidente della African Wildlife Foundation, spiega che, per le genette, quello di salire in groppa a grandi mammiferi erbivori è un modo per procacciarsi il cibo: come gli insetti che il rinoceronte solleva camminando sull'erba, la stessa tecnica utilizzata dagli aironi guardabuoi sugli animali al pascolo. Secondo Sholley, è anche possibile che la genetta vada in cerca delle zecche che si attaccano a rinoceronti e bufali.
Il rinoceronte inoltre fornisce al carnivoro notturno un punto di vista privilegiato dal quale osservare il paesaggio alla ricerca di possibili prede, una categoria che comprende vari animali, dagli scarabei stercorari ai cuccioli di antilope. Stare appollaiate su questi grandi e lenti animali è un'ottima strategia di caccia, sempre finché l'erbivoro in questione non ne ha abbastanza.
Nel video il rinoceronte all'improvviso scarta e parte al galoppo, mentre Genet Jackson cerca di rimanergli aggrappata come un cowboy al rodeo. "Mi sembra che il rinoceronte fosse abbastanza stufo", commenta Sholley.
Finché la genetta ne avrà il suo tornaconto, continuerà a saltare in groppa ai grossi erbivori, scommette lo zoologo. "È una cosa bizzarra, ma ormai nulla del mondo della natura riesce più a stupirmi", dice Sholley. "Ecco perché continuo a tornare in Africa".
FONTE